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Ricordo don Nilo Mondin

Don Nilo Mondin nel 30° anniversario della morte, avvenuta in una classe media del Manfredini Usiamo le parole più adatte, quelle di don Aur...

Don Nilo Mondin nel 30° anniversario della morte, avvenuta in una classe media del Manfredini

Usiamo le parole più adatte, quelle di don Aurelio Olivati, estratte dal giornalino Don Bosco al Manfredini:

L'abbiamo vivissimo nel ricordo e ci eravamo impegnati a riparlarne. La data anniversaria non poteva slittare via facilmente, anche perché c'è sempre sott'occhio la lapide della colonna eretta davanti alla chiesa col busto di don Bosco. La scritta si riferisce ai campi di pallamano (...) ben si adatta alla ricorrenza di don Mondin.

Era nato al Alano di Piave il 9 settembre 1929 da famiglia numerosa, che vanta con lui un altro sacerdote salesiano, don Rosario, già presidente al "Bearzi di Udine, e due suore. Maturò la vocazione al "Don Bosco" di Verona, entrò in Congregazione nel 1946 (...). Quanto bene vi abbia seminato e di quanta stima godesse lo dimostra il susseguirsi d'iniziative tra exallievi per perennarne la memoria (...)

Fu di temperamento sereno, spesso scanzonato, estroverso e si amabile socievolezza, pronto sempre ad ascoltare ed aiutare a confortare a illuminare, aperto alle cose semplici, per sè non esigente anzi trascurato, d'intelligenza superiore mai a peso degli altri ma per gli altri, di carriera universitaria per alcuni anni sperimentata, ricercatore pensoso e geniale, caparbio in quanto riteneva giusto e vero, rimettendosi  solo e risolvendo in termini di carità, contento della sua vocazione nonostante tutto e soprattutto, amantissimo di don Bosco e del carisma che egli si sforzò di attuare gioiosamente ed efficacemente tra i giovani.(...)

La sua morte avvenne di schianto, come ricorda Mario Fornasiero, testimone oculare con altri 26 condiscepoli di Prima B, il 2 maggio 1980

Ecco quanto riferito dall'ex-allievo Mario Fornasiero:

Quel 2 maggio 1980, il direttore don Boscaini era venuto a comunicarci che il nostro prof. don Nilo non poteva far matematica nelle utime due ore, perchè ammalato con febbre altissima, che stessimo buoni e ci occupassimo in altro, quand'ecco comparire don Nilo sulla porta, acceso il volto e deciso a fare il suo dovere. il direttore cercò più volte di dissuaderlo, ma invano. Don Nilo ci fece aprire il libro e cominciò a spiegare scrivendo sulla lavagna, ma tenendosi attaccato alla cattedra, perché si reggeva malamente in piedi e perché gli girava la testa. Continuò a faticare per alcuni minuti, poi salì sulla pedana della cattedra, appoggiò una mano a destra e una a sinistra del libro, come per rivedere qualche appunto, restò alcuni attimi sospeso con sguardo perso e crollò improvvisamente con metà corpo sulla pedana e metà sul pavimento. 

Noi restammo come folgorati. Tosto, alcuni dei più coraggiosi tentarono di sollevargli la testa, altri corsero in portineria, altri chiamarono aiuto. Alcuni professori arrivati di corsa provvidero a chiamare l'autoambulanza. È stata l'ultima volta che vidi don Nilo, morto mentre cercava d'insegnare a ragazzini di prima media con uno spirito d'altruismo professionale e sacerdotale che ha dell'eroico.

Francesco Dovigo

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